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È tutto pronto per la quinta stagione di “Mare Fuori”. La messa in onda ufficiale della serie tv è prevista per il 26 marzo su Rai 2, ma gli appassionati potranno avere un'anteprima esclusiva su RaiPlay dal 12 marzo, l’intero box set dal 26 marzo. Le prime sei puntate saranno disponibili in streaming, permettendo ai fan di immergersi nei nuovi sviluppi e nelle sfide che i protagonisti, i ragazzi dell'Istituto Penale Minorile di Napoli, dovranno affrontare.
L’adolescenza, con tutte le scoperte che la rendono difficile e magica, resta la principale protagonista dei 12 episodi della quinta stagione. Nuovi personaggi varcheranno le soglie dell’Ipm di Napoli. Ragazze e ragazzi con storie difficili alle spalle che si troveranno a interagire e talvolta a scontrarsi con le vecchie conoscenze che gli spettatori hanno imparato ad amare in questi anni.
L’Istituto Penale per i Minorenni accoglie nuove ragazze e nuovi ragazzi, anche da regioni diverse dalla Campania. L’amicizia e l’amore prendono spazio, leniscono il dolore per la segregazione e scaldano anche il cuore degli adulti, finora intenti a svolgere il proprio ruolo di controllo e contrasto alla delinquenza, poi coinvolti da avvenimenti inaspettati che li costringono a mettersi in gioco.
Nella serata di oggi, giovedì 13 febbraio, sarà premiata la luminosa carriera di Iva Zanicchi che, con la sua inconfondibile voce, ha scritto pagine importanti ed indimenticabili della storia della canzone.
Iva Zanicchi che, con undici partecipazioni, ha collezionato tre vittorie al festival di Sanremo, nel 1967 con Non pensare a me, nel 1969 con Zingara, nel 1974 con Ciao cara come stai, torna sul palco che l’ha vista “nascere” artisticamente con un medley di questi celebri brani.
Una donna sorprendente e sagace, una vera mattatrice che ha saputo stregare intere generazioni conservando la sua cristallina personalità, rimanendo Iva molto più che “Diva”.
“Non me lo aspettavo, sono commossa e grata a Carlo Conti per questo Premio perché non credo di essere l’unica a meritarlo. Quest’anno sono sessant’anni di carriera e non mi sembra vero! Dedico questo premio a mia madre che con sacrifici inimmaginabili, ha lottato fin dall’inizio perché potessi realizzare il mio sogno e a Fausto, il mio amato Pippi. Lo sento tanto vicino a me e sono certa che anche in questo caso, si commuoverà, come sempre, nel sentirmi cantare. Un grazie speciale anche a mia figlia Michela che mi produce e, qualche volta, mi fa da madre con la sua attenzione e la sua ponderatezza. Un Premio importante di cui fare tesoro e che credo sia meglio ricevere da viva che da morta, come dice mia figlia! Ho ancora tante cose da realizzare, un nuovo disco e magari qualche cosa in Tv che non vedo l’ora di condividere”. Iva
Stadio San Siro, 19 luglio 1980. Non era mai successo prima nella storia della musica che un artista si esibisse in 15 stadi di seguito nel giro di un mese. Gianni Minà insegue Edoardo Bennato lungo il tragitto verso il palco di San Siro nella data conclusiva di questo tour da record .
“Hai paura?”, domanda il giornalista tra i più amati, cronista di vita. “Ho paura che non si divertano e che io non mi diverta”, risponde l'artista, tra i più grandi cantautori di sempre, ribelle e anticonformista, tra i primi a fare del rock in Italia.
Scena successiva. Riflettori accesi, stadio gremito, Bennato imbraccia la chitarra ed emozionato si avvicina al microfono: “Voi mi vedete su un palco, con l’adesione di tanta gente attorno tra gli applausi e pensate che io sia sempre io, in ogni circostanza sicuro di me. Invece vi assicuro, ve lo confesso, ho un sacco di paure, perplessità, di dubbi, né più né meno. Questa è una canzone di speranza”.
E parte L’isola che non c’è.
Inizia con queste immagini il grande racconto della carriera di Edoardo Bennato nel documentario “Sono solo canzonette”, presentato da Rai Documentari e Daimon Film, diretto da Stefano Salvati e prodotto da Raffaella Tommasi per Daimon Film, che andrà onda il 19 febbraio su Rai1, in prima serata.
Edoardo Bennato, artista ribelle, pirata del rock made in Bagnoli, punto di riferimento dell’anticonformismo musicale e ideologico, è stato il primo a portare il rock e il blues nel cantautorato italiano.
Per la prima volta al mondo - nel lungometraggio che ripercorre le tappe salienti di un vita e una storia controcorrente - viene utilizzata l’intelligenza artificiale per ricostruzioni legate al passato in assenza di documentazione visiva.
I primi passi nella musica da piccolissimo con il Trio Bennato - formato insieme ai fratelli Giorgio ed Eugenio, grazie alla madre Adele che li ha fatti studiare e appassionare; il soggiorno a Londra, dove ha iniziato a esibirsi come one-man-band, suonando contemporaneamente, chitarra, kazoo e batteria a pedale; un’esperienza che gli ha permesso di sviluppare uno stile musicale unico, influenzato dai grandi del blues e del rock ma contaminato da accenti della musica mediterranea. E poi gli incontri, la testardaggine, i trasferimenti a Roma, successivamente a Milano, i primi passaggi in televisione con Lucio Battisti, la lunga gavetta in attesa dell’exploit: una vita schizofrenica, fuori controllo, a tratti fuori rotta per trovare la rotta giusta, quella che ha portato Edoardo ad essere amato da un pubblico sempre più vasto, anno dopo anno, fino ai giorni nostri.
Nell’ottica di ribellione rispetto ai canoni della musica italiana degli anni ‘70 e ‘80, Bennato ha iniziato a utilizzare musica classica ‘rossiniana’ nei suoi pezzi punk/rock, adeguandoli in un connubio ‘improbabile’ a quei tempi, ma definendo quella originalità che ben viene rispecchiata nel documentario. Influenzato da grandi del rock e del pop, Bob Dylan in primis, e dalle sonorità della musica mediterranea e partenopea, Edoardo Bennato ha creato uno stile del tutto personale, quello “bennatiano”.
Un Peter Pan “impertinente”, allergico a ogni etichetta, un sovversivo della musica, un provocatore che ha scritto e composto assoluti capolavori diventati pietre miliari della musica italiana; canzoni che ritroviamo nel lungometraggio nelle versioni live e colonna sonora, frammenti di musica che si contrappongono ai dialoghi, trattati in modo attento e scrupoloso, tante testimonianze di chi ha subito il fascino e l’influenza dello stile di Bennato.
Nel racconto della grande storia di Bennato in “Sono solo canzonette” si inseriscono le voci di artisti, giornalisti e amici che hanno trovato in lui un punto di riferimento, artistico e ideologico, che riconoscono il valore e il talento di voce e musica fuori dal coro: come, in ordine di apparizione, Jovanotti, Paolo Conte, il fratello Eugenio, Carlo Conti, Mogol, Ligabue, Marco Giallini, Max Pezzali, Neri Marcorè, Leonardo Pieraccioni, Clementino, Dori Ghezzi, Alex Britti, Leo Gassmann; e, inoltre, gli interventi di Carlo Massarini, Giancarlo Leone, Paolo Giordano e Stefano Mannucci. Le interviste hanno contribuito a ricostruire non solo la storia dell'artista ma anche gli aspetti culturali degli anni ‘70, ’80 e ‘90, attraverso i suoi testi graffianti, canzonatori, ironici e beffeggianti, la sua musica così rivoluzionaria, attuale sotto qualsiasi punto di vista e interpretazione.
In “Sono Solo Canzonette” si è esercitato un controllo capillare del testo narrativo; il dato innovativo si è tradotto nella dimensione ‘altra’ di un documentario – nello stile tipico dei commercial anglosassoni e asiatici - in cui le interviste non hanno rappresentato la partenza e il fine ultimo del progetto, bensì il punto di partenza e di dipanamento di una vita umana e artistica votata alla ricerca continua sia nei testi, che nella musica, intervallati a immagini, videoclip, video di backstage, materiale di archivio delle Teche Rai, foto private e di grandi concerti, molte delle quali inedite di proprietà di Bennato.
“Sono solo canzonette” è la storia unica di un giovane che non si è mai arreso, ha continuato a inseguire il suo sogno con la chitarra in mano senza piegarsi a nessuna logica, se non la sua, fino a diventare dopo 10 anni di dinieghi da parte di tutte le case discografiche il numero uno del rock italiano, indiscusso precursore, trascinando con sé ‘gli amici di quartiere’, quei ragazzini napoletani che abitavano nel suo stesso palazzo di Bagnoli e che sono rimasti con lui sempre, fino ad oggi: Franco De Lucia, Giorgio Darmanin, Massimo Tassi, ognuno di loro ha ricoperto e ricopre ancora oggi un ruolo fondamentale nella carriera di Edoardo, professionisti e amici, che hanno scoperto mestiere al suo fianco.
Torna su Rai 1 per sette puntate, a partire da sabato 11 gennaio, “Ora o mai più” con al timone Marco Liorni. La formula di “Ora o mai più” - non solo un programma di musica, non solo un talent - non cambia, anche se si arricchisce di nuovi elementi e sorprese.
Marco Liorni, amatissimo conduttore e padrone di casa, offre una grande occasione di riscatto a otto cantanti, portandoli di nuovo alla ribalta di una grande prima serata della Rai.
Otto cantanti che sono stati protagonisti, in un passato più o meno recente, di una stagione di successo, gli interpreti di una hit, di un brano che tutti hanno cantato e che è rimasto impresso nella memoria, che ha raggiunto le vette delle classifiche e del gradimento popolare, e poi, per i più diversi motivi, - da quelli più personali a quelli professionali, - sono stati trascurati dal mercato, sono entrati in una zona d'ombra da dove hanno faticato a riemergere, con “Ora o mai più” hanno la possibilità di tornare al grande pubblico, di cantare i loro successi e far parte di una gara che premia il vincitore ma gratifica, con un ritorno di popolarità, tutti i partecipanti.
Il programma, tutto italiano, prevede una vera e propria gara tra gli otto protagonisti, assistiti e al contempo giudicati da altrettante icone della musica leggera italiana, cantanti che li sostengono, li indirizzano, li coinvolgono in una nuova avventura all'insegna del successo.
Gli otto "Maestri" sono chiamati non solo a supportare i cantanti in gara, a dare loro indicazioni e suggerimenti e ad affiancarli nell'interpretazione di inediti duetti dei loro successi, ma anche a valutare le loro performance esprimendo il proprio giudizio.
Le dinamiche dei rapporti che si accendono tra gli “allievi” in gara, tra i “maestri” che li sostengono e tra ogni singolo “allievo” e il proprio “maestro”, diventano parte dello show, dando vita a vivaci e imprevedibili confronti tra tutti questi protagonisti della musica italiana.
Alla valutazione degli otto Maestri si aggiunge, questa volta, anche il voto Social del pubblico, che potrà attribuire le sue preferenze ai propri beniamini.
I protagonisti del programma si sfidano a suon di canzoni, interpretazioni e duetti, tutti rigorosamente dal vivo, supportati dall'orchestra diretta dal Maestro Leonardo De Amicis.
Gli otto cantanti in gara (con i loro successi) sono: Anonimo Italiano – “Anche questa è vita”; Matteo Amantia degli Sugarfree - "Cleptomania"; Antonella Bucci - "Amarti è l’immenso per me" (con Eros Ramazzotti); Carlotta - "Frena"; Pierdavide Carone - "Di notte"; Loredana Errore - "Ragazza occhi cielo"; Pago - "Parlo di te"; Valerio Scanu - "Per tutte le volte che…”.
Gli otto Maestri, otto eccellenze della musica leggera italiana sono: Alex Britti, Gigliola Cinquetti, Riccardo Fogli, Marco Masini, Rita Pavone, Patty Pravo, Raf, Donatella Rettore.
“Ora o mai più”, prodotto da Direzione Intrattenimento Prime Time in collaborazione con Ballandi, è un programma nato da un’idea di Carlo Conti, Emanuele Giovannini, Pasquale Romano, Leopoldo Siano e scritto da Marco Liorni, Sergio Rubino, Paolo Biamonte, Simone Di Rosa, Rossella Rizzi. Il capo progetto è Eleonora Iannelli. La regia è di Stefano Mignucci. Dirige l'orchestra il Maestro Leonardo De Amicis.
Dopo aver già selezionato i primi 6 semifinalisti di Sanremo Giovani, Grelmos, Mazzariello, Mew Selmi, Settembre e Tancredi, 6 nuovi artisti sono pronti a scendere in campo per conquistare, attraverso il meccanismo della sfida diretta, 3 posti per la semifinale di Sanremo Giovani del 10 dicembre in onda in seconda serata su Rai 2 e Rai Radio2.
In questo terzo appuntamento, presentato da Alessandro Cattelan e in onda martedì 26 novembre in seconda serata dalla Sala A di via Asiago, dedicato alla selezione delle Nuove Proposte per il Festival 2025 si confronteranno Alex Wyse con il brano Rockstar, Arianna Rozzo con J'adore, Bosnia con Vengo dal sud, Cosmonauti borghesi con Aurora tropicale, Giin con Tornare al mare, Nicol con Come mare.
A giudicarli la Commissione musicale composta da Ema Stokholma, Carolina Rey, Manola Moslehi, Enrico Cremonesi e Daniele Battaglia - insieme ai "giurati fuori onda" Carlo Conti e Claudio Fasulo - Vicedirettore della Direzione Intrattenimento Prime Time.
Solo al termine dei 4 appuntamenti, in onda ogni martedì in seconda serata fino al 3 dicembre, si conosceranno i 12 protagonisti della semifinale del 10 dicembre.
Alla puntata conclusiva del 18 dicembre su Rai 1 accederanno soltanto in 6, mentre 2 giovani finalisti saranno espressi da Area Sanremo.